Cattivik. Il nero genio del male
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Publisher Description
Nasce come una strana cosa, uno schizzo di inchiostro di china, e poi diventa Cattivik, con quella K finale, marchio di garanzia del criminale a fumetti. A crearlo è Bonvi, già nel 1968, senza connotati precisi ma in calzamaglia nera, che più sporca non si può. A portarlo al successo è Silver, amplificandone in maniera smisurata la cattiveria ma anche la sfiga. Cattivik dimora in un punto imprecisato delle fogne cittadine, in un fatiscente "monolocale" segmentato da tubature e arredato con mobili sottratti alle discariche. Di giorno dorme, ma nel cuore della notte esce allo scoperto per compiere nefandezze di ogni genere, sempre che la sveglia funzioni, altrimenti si accontenta di appostarsi dietro gli angoli dei crocevia sperando in redditizi scippi ai "soliti omini". Non è automunito, usa tecniche rudimentali come il lancio del mattone, ma soprattutto agisce da solo. Non appartiene ad alcun gruppo della malavita organizzata e non ha appoggi né coperture, soprattutto non ha coperture in caso di incidenti, cioè sempre. A chi cerca una morale dietro questo criminale solitario, lui risponde con sogghignante chiarezza: Yuk! Yuk! e/o Uaz! Uaz! Tutta la sua energia criminale è spesa nel progettare piani diabolici. Purtroppo per lui, ma non per noi che ne ridiamo, quando passa alla realizzazione è il disastro. Progetti troppo astrusi? Ottusità di esecuzione? Diciamo tir che lo investono, cani che si accaniscono su di lui, vecchiette che sfogano la loro perfidia di pensionate sui suoi poveri resti. Odia i fidanzatini e non è interessato alle donne se non sono superdotate… di ricchezza. Non ha paura della morte, anzi riesce persino a trovarla attraente un giorno che la incontra in una storia.