Sofia cerca pap‪à‬

Sofia , la protagonista della favola, va alla ricerca del proprio papà, che non conosce perché egli ha rinunciato alla funzione genitoriale. Quando le  figure di riferimento sono poco responsive, non attente o addirittura abdicanti, il bambino costruisce l’identità intorno alla convinzione di non essere meritevole d’amore o di non avere diritto a chiedere aiuto. Purtroppo i comportamenti delle figure di riferimento rischiano di lasciare i bambini con una sensazione di tristezza, paura, colpa, rabbia e vergogna. Occorre fare molta attenzione nel riconoscere i segnali di disagio nei bambini che vivono relazioni poco sicure.
La favola è un genere che consente una grande possibilità espressiva, la facoltà di sperimentare mondi magici e irreali, di far riflettere. 
La favola vuol essere un supporto per aiutare un bambino ad affrontare e a superare il trauma dell’abbandono - che possa avergli provocato senso di oppressione e impotenza, dolore, paura, disagio – che spesso gli adulti, genitori o insegnanti si trovano impreparati ad affrontare. Come comportarsi, infatti, con un bimbo che è stato rifiutato e/o non ha mai conosciuto il papà? Cosa dirgli? E cosa, invece, non dirgli? Come comprendere la sua sofferenza e il suo dolore, soprattutto quando questi non vengono esplicitati?
La capacità di comunicare con i bambini nelle situazioni tragiche della loro vita è fondamentale dal momento che, avendo i piccoli una totale fiducia verso i grandi e verso il genitore in particolare, una parola sbagliata, di troppo, fuori luogo da parte di questi ultimi, potrebbero provocare gravi sensi di colpa per qualcosa che il bimbo attribuisce a se stesso e non alle circostanze esterne.