Paesaggi fatti a mano Paesaggi fatti a mano

Paesaggi fatti a mano

Didattica di architettura del paesaggio in situ

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Oggetto della ricerca è il ruolo strategico della didattica in situ nelle scuole europee del paesaggio. Nel contesto contingente di abbandono del territorio nazionale italiano, la ricerca mira a legittimare la dimensione del “fare in situ” nella didattica del paesaggio, per sollecitare negli studentila facoltà di individuareoccasioni concrete di intervento. La tesi vuole mettere in luce la relazione tra la formazione e il credito del paesaggista in ambito accademico e professionale, con particolare riferimento al contesto italo-francese.

L’indagine è stata condotta attraverso quattro diversi dispositivi: interviste, questionari, report di esperienze didattiche in situ e un sondaggio storico.


I protagonisti delle interviste sono stati scelti tra i rappresentanti delle istituzioni, di alcuni enti locali, del mondo professionale e accademico (tra cui Gilles Clement, Jordi Bellmunt, Pierre Donnadieu, Massimo Venturi Ferriolo, Michel Corajoud) del mondo della produzione agricola, vitivinicola, floro-vivaistica edel turismo.I temi emersi sono stati raccolti e confrontati. 


I dati sono stati a loro volta incrociati con le opinioni ottenute da un duplice questionario,appositamente redatto per raccogliere le testimonianze dirette dei giovani e futuri paesaggisti italiani ed europei, in relazione al dosaggio, nel loro corso di studi, tra insegnamento teorico, laboratori di progetto e pratica sul campo.

Dai questionari dei giovani paesaggistieuropei è emerso che la scuola del paesaggio frequentata dovrebbeintensificare l’interdisciplinarità applicata a casi reali, sperimentando sul campo, orientare il progetto verso una committenza reale, migliorare il rapporto tra scuola e istituzioni, mondo professionale e società, sperimentare nuove pratichedi efficace trasmissione delle scienze della terra e della vita, stimolare maggiormente l’approccio sensibile al progetto. Le lacune percepite dai futuri e giovani paesaggistitrovano punti di contatto con la visione degli accademici e dei professionisti, che individuano gli stessi problemi e percepiscono le stesse necessità.


I neolaureati italiani sono i più critici nel giudicare la validità della propria formazione, lamentando un importante scollamento tra pratica professionale ed esercizi accademici, difficoltà di inserimento nel mondo professionale. Il campione intervistato afferma, in larghissima maggioranza, che la formazione ricevuta non è sufficiente all’inserimento diretto nel mondo del lavoro, in netto contrasto con il parere dei colleghi europei.


Completa il quadro sulla didattica in situ un rapporto dettagliato su diverse esperienze diworkshope corsi incentrati sull’acquisizione dell’esperienza di costruzionedel paesaggio(Landworksardinia/Italia, Costruire Naturale/Italia, LesJardins De Stolac/Bosnia, Le Jardin du Tiers Paysage/Francia, Imaginezmaintenant/Francia, Holy Island/Inghliterra ecc.)


Una breve indagine storica ha portato allo studio di due casi esemplari, da un lato l’Écoleroyaledu Génie à Mézières che alla fine del XVIII secolo ha dato vita ad un nuovo approccio all’insegnamento delle scienze applicate in Francia. Le leve della scuola venivano coinvolti in esperimenti di costruzione di terrapieni e fortificazioni. Dall’altro l’esperienza del Bauhaus tedesco che, avvalendosi dei contributi più aggiornati della pedagogia dei primi anni del ‘900, ha costruito un modello di insegnamento ancora oggi largamente impiegato che colloca al centro della didattica l’esperienza costruttiva.


La tesi si conclude con la stesura di alcune linee guida per un piano di studi di una scuola del paesaggio,finalizzato alla formazione di una identità professionale in Italia. L’esplorazione dei diversi temi evocati ha permesso di sostenere che un rapporto equilibrato tra insegnamento teorico, attività didattica sul campo –dove è centrale la dimensione del fare, della costruzione, giardinaggio, della sperimentazione artistica – e progettazione in atelier, comporta una superiore qualificazione della figura professionale del paesaggista e una sua conseguente riconoscibilità, conferendo al laureato specifiche competenze come l’attitudine alla comunicazione e al lavoro di gruppo, condividere e cooperare con gli abitanti e i rappresentanti locali,la capacità di valorizzare le risorse del sito, una concretezza organizzativa nella realizzazione, la conoscenza diretta del mondo vegetale e della loro manutenzione, la capacità di valutare il tempo come un componente fondamentale del progetto del paesaggio.

GENRE
Arts & Entertainment
RELEASED
2014
July 7
LANGUAGE
IT
Italian
LENGTH
300
Pages
PUBLISHER
LetteraVentidue
SELLER
LetteraVentidue Edizioni srl
SIZE
92.2
MB