Il Teatro della mia vita Atto II

Subady è sempre stata parte della vita della mia famiglia, con mio padre è nato un rapporto di lavoro, amicizia ed affetto, da quando forse io non ero ancora nato (…oggi ho 42 anni). Quando mi sono apprestato a scrivere la prefazione per questo libro, il primo ricordo vivo e ben distinto che mi ha riportato a lei, è stata una particolare occasione fuori dalla Gioielleria Nival, dove Subady e mio padre lavoravano e si sono conosciuti. Era periodo natalizio, io avrò avuto si è no 11 anni e mentre mio padre chiudeva il negozio, aiutato in quell’occasione da mia madre, Subady si dedicava a me, strapazzandomi di baci e coccole. Stanco di quelle attenzione mi rivolgo e lei e le dico in tono burbero ed autoritario:”Basta Suba, mi stai soffocando, voglio liberarmi di te, adesso ti spingo in strada…”. Lei, con calma e fare teatrale mi dice: “Aspetta almeno che passi una macchina rossa, così che il mio sangue si possa confondere con il colore della macchina e non ti faccia troppa impressione…”.