Fenomenologia e religione Fenomenologia e religione

Fenomenologia e religione

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Pubblicato per la prima volta nel 1925 a Strasburgo, Fenomenologia e religione è un testo raro e di eccellente qualità filosofica, anche perché è il primo testo ad aver incrociato la fenomenologia husserliana con la filosofia della religione. 

Con un gesto teorico parallelo a quello operato all’epoca da Ernst Troeltsch, Max Scheler e Rudolf Otto, Héring propone una soluzione alternativa tanto all’analisi “positiva”, solo antropologica, del fenomeno religioso, quanto a una sua analisi di stampo spiritualista o idealista. Questa proposta si appoggia alla dottrina fenomenologica husserliana, di cui Héring presenta una mirabile sintesi in uno dei tre capitoli di Fenomenologia e religione: tale sintesi si può porre ancora oggi come un chiaro punto di partenza didattico per comprendere la teoria husserliana. Preceduta da una lucidissima diagnosi della situazione degli studi religiosi nella sua epoca, la fenomenologia husserliana viene a quelli applicata per delineare una nozione innovativa di “fenomeno religioso”, che mantiene piena attualità nel panorama contemporaneo di filosofia della religione. 

Héring utilizzerà in seguito la prospettiva teorica di Fenomenologia e religione nel suo lavoro “critico” di biblista, e in particolare nella sua teologia escatologica di ispirazione programmaticamente paolina. Quest’ultima simpatizza esplicitamente per quel movimento riconosciuto come “terzo cristianesimo”, rispetto a quello cattolico e protestante, inserendosi così nella corrente ecumenica che ha preceduto e favorito i lavori del Concilio Vaticano II. 

Il testo di Héring è introdotto da un lungo saggio di Giuseppe Di Salvatore, che mira a valorizzarne il contesto storico, l’interesse fenomenologico e la portata teologica, per infine rivendicarne l’attualità programmatica. Ne viene esaltato lo spessore filosofico e l’esemplarità fenomenologica nella bella prefazione di Roberta De Monticelli, che ha scoperto questo testo e stimolato il progetto della sua traduzione italiana. 


Autore 

Jean Héring (1889-1966), prima di divenire pastore protestante e professore alla Facoltà Teologica a Strasburgo, fu un brillante allievo di Edmund Husserl a Gottinga, dove assorbì anche l’insegnamento delle più avanzate correnti della teologia protestante tedesca. Sempre legato alla fenomenologia – ricordiamo che Emmanuel Lévinas fu suo allievo a Strasburgo, e che contribuì all’elaborazione della V Meditazione cartesiana di Husserl – egli dedicò tutta la sua vita al lavoro di filologia e teologia biblica (paragonabile per qualità a quello di Rudolf Bultmann) per poi edificare una teologia escatologica vicina a quella di Albert Schweitzer. Le sue posizioni ecumeniche lo spinsero a dialogare con autori come Oscar Cullmann e Yves Congar, entrambi ispiratori e protagonisti del dialogo tra cattolici e protestanti al Concilio Vaticano II. 


Curatore 

Giuseppe Di Salvatore (1977) ha ottenuto nel 2007 un dottorato in filosofia all’Università di Roma “Tor Vergata” con una tesi sulle teorie dell’intenzionalità. Attualmente collabora all’Università di Ginevra e agli “Archives Husserl” di Parigi. Per i nostri tipi ha curato e tradotto parte di Eugenio Coseriu, Il linguaggio e l’uomo attuale. Saggi di filosofia del linguaggio, 2007 e Jan Patočka Che cos’è la fenomenologia? Movimento, mondo, corpo, 2010.

GENRE
Non-Fiction
RELEASED
2010
1 June
LANGUAGE
IT
Italian
LENGTH
190
Pages
PUBLISHER
Edizioni Fondazione Centro Studi CAmpostrini
SIZE
602.8
KB

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