Estancia Francesca Estancia Francesca

Estancia Francesca

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Description de l’éditeur

Estancia Francesca è un romanzo, ma non un triller.
E' ambientato nella seconda metà dell'Ottocento, tra Italia ed Argentina, e narra di emigrazione nei primi decenni successivi la rivoluzione industriale.
L'industrializzazione di vastissimi distretti, il raggruppamento di numerosissime comunità di consumatori di derrate alimentari, a scapito dell'inurbamento delle popolazioni agricole produttrici, rese necessario inventarsi l'agricoltura intensiva, che però sarebbe stata impossibile senza adeguata fertilizzazione, da effettuarsi con qualcosa che qui da noi, in Europa, e negli Stati Uniti, non c'era.
Quel qualcosa fu il guano, ossia l'ammasso delle deiezioni che miliardi di uccelli marini, nell'arco forse di migliaia di anni, avevano depositato lungo le coste del Perù.
A tale scopo venne inventato una nuovo tipo di veliero, che per via del rivoluzionario armamento velico venne chiamato brigantino a palo.
Il brigantino a palo era robusto, facile da manovrare da parte di equipaggi ridottissimi, non più di venti persone in tutto, ed aveva una buona portata.
Gli Inglesi, popolo marinaio, lo premiarono con la definizione di the best barque, il miglior brigantino; i Genovesi, traducendo per assonanza, lo chiamarono barco bestia.
E poi l'Argentina. Un'Argentina di cui nessuno sa praticamente nulla qui da noi, ma neppure, ormai, in Argentina stessa.
Un paese in cui, fino al 1880 circa, nonostante una superficie dichiarata pari a nove volte quella italiana, la comunità bianca raramente usciva dai suoi confini, che racchiudevano un'area non più grande del Piemonte attuale, perché fuori c'erano i Mapuches, i Pehuelches, i Tehuelches, ossia gli indios bravos, gli indiani selvaggi, che non si limitavano a difendere i loro territori ma, spesso e volentieri, venivano ad effettuare razzie, persino nella periferia di Buenos Aires.
Posso garantire che, se Hollywood fosse stata in Argentina, i manifesti dei films titolerebbero di Juan Calfucurà, Epicel, Julio Argentino Rocas e via dicendo.
E poi il problema delle tierras vacias, le terre vuote, che avrebbero potuto fare ricca la nazione, però dovevano venire coltivate, e per coltivarle ci voleva gente, e di gente non ce n'era, bisognava pregare che gli emigranti europei decidessero di venire lì, e magari convincerli a farlo.
Insomma, questo è un romanzo che non pretende di essere avvincente come i migliori trillers, però narra di una storia interessante.

GENRE
Romans et littérature
SORTIE
2016
2 avril
LANGUE
IT
Italien
LONGUEUR
682
Pages
ÉDITIONS
Stefano Musso
TAILLE
2,4
Mo

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