Fra Bartolomeo
Sacra famiglia a modello
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Dopo Giorgione e Savoldo. Note di un ritratto amoroso, ecco il secondo ‘episodio’, la seconda mostra- dossier del ciclo A Brescia opere da grandi musei. Rinascimento. Da Venezia ci spostiamo a Firenze. Compiendo una scelta che vuol essere non scontata, abbiamo deciso di indagare la figura di Fra’ Bartolomeo e della sua cerchia, chiamando a raccolta alcuni dei massimi studiosi internazionali dell’argomento, ossia Serena Padovani e Chris Fischer.
Come funzionava la circolazione dei modelli pittorici e degli schemi compositivi nella Firenze di primo Cinquecento? Quali furono l’importanza e l’influenza della bottega di San Marco e di Fra’ Bartolomeo? In quali termini si configurava la sua stretta collaborazione con il ‘socio’ Mariotto Albertinelli?
Questa mostra, al di là della bellezza e dell’importanza delle opere (l’Adorazione del Bambino, o Sacra Famiglia “Mond”, capolavoro di Fra’ Bartolomeo della National Gallery di Londra, ci è stata prestata per l’occasione), consente di riflettere su tali aspetti, e di far luce su un autore e un contesto che, pur essendo centrali negli sviluppi della grande vicenda del Rinascimento fiorentino, sono meno noti al grande pubblico.
Fra’ Bartolomeo, soprattutto in gioventù, guardò a Ghirlandaio, a Filippino Lippi e poi soprattutto a Leonardo come a modelli; trentenne, fece amicizia con Raffaello; nel 1508 andò a Venezia e si aggiornò sulle novità di Giovanni Bellini e di Giorgione; a quarant’anni fece un viaggio a Roma, dove la visione delle opere di Michelangelo e di Raffaello in Vaticano forse lo gettò nello sconforto, e comunque gli fece sentire il peso di un confronto sempre più difficile.
Ma com’era Fra’ Bartolomeo, questo singolare frate-pittore, al secolo Baccio della Porta? Giorgio Vasari, nelle sue Vite de’ più eccellenti Pittori, Scultori, e Architettori (1550), ce lo descrive così:
“era Baccio amato in Firenze per la virtù sua, che era assiduo al lavoro, quieto e buono di natura et assai timorato di Dio, e gli piaceva assai la vita quieta e fuggiva le pratiche viziose e molto gli dilettava le predicazioni, e cercava sempre le pratiche delle persone dotte e posate”. Tranquillo, pacato, umile, poco competitivo, diremmo oggi. Ma un sommo protagonista di quella ‘età d’oro’ che fu il Rinascimento fiorentino. E lui, che aveva guardato ad altri come a modelli, finì per esercitare un influsso duraturo, e fu una voce originale e potente, nella sua dolcezza solenne e composta.
Dato che al centro di tutta la nostra operazione sta il lavoro per la Pinacoteca Tosio Martinengo, per la nuova Pinacoteca Tosio Martinengo, la mostra e il catalogo sono anche l’occasione per presentare al pubblico, dopo un attento restauro (condotto da Gian Maria e Alberto Casella), approfondite indagini riflettografiche (compiute da Vincenzo Gheroldi) e lunghe ricerche storico-critiche (che si devono principalmente a Odette D’Albo), un dipinto, l’Adorazione del Bambino, che Paolo Tosio nel 1819 aveva comprato in quanto autografo di Fra’ Bartolomeo; che poi, a partire da metà Ottocento, ha cominciato a essere messo in dubbio come originale, arrivando addirittura a venir considerato una copia d’epoca neoclassica. Ma le indicazioni del Comitato scientifico del Catalogo generale della Pinacoteca Tosio Martinengo, e anche un prezioso suggerimento di Giovanni Agosti, hanno messo su una ‘pista’ diversa. E oggi possiamo finalmente ricollocare l’opera all’inizio del XVI secolo: dipinto di grande qualità, con ogni probabilità fu eseguito nell’ambito della bottega di San Marco, sull’onda del successo riscosso dall’Adorazione di Fra’ Bartolomeo oggi alla National Gallery.
Ecco, anche a far conoscere queste ‘scoperte’, frutto di un lavoro magari poco appariscente, condotto nel silenzio da chi opera quotidianamente nei musei e nelle università, servono le mostre.
Il tutto è sempre accompagnato da Svelare l’arte, un’esposizione che propone una selezione di dipinti della Pinacoteca Tosio Martinengo che recenti ricerche e restauri rendono particolarmente interessanti, e da una serie di appuntamenti speciali, come il nostro corso di storia dell’arte aperto al pubblico.