Pluralismo giuridico e codice universale della legalità
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In questi saggi del più importante filosofo giuridico tedesco troviamo riassunti molti temi nati dalla svolta comunicativa della teoria habermasiana del diritto. I saggi della prima parte del libro mettono a fuoco il significato della modernità come progetto giuridico - ossia come rivoluzione costituzionale che a partire dall’illuminismo vuole realizzare “la libertà eguale” dei singoli associati - sia il significato insieme collettivo e individualistico che i diritti umani devono salvaguardare. Quest’ultimo significato è oggi minacciato dalla dimensione funzionalistica ed egemonica derivante da una definizione e implementazione paternalistica dei diritti umani ad opera delle organizzazioni globali e degli stati. I saggi della seconda parte affrontano il problema della globalizzazione come problema specificatamente giuridico. Se il venir meno della democrazia nazionale dev’essere oggi compensato da un rilancio della democrazia cosmopolitica nella costellazione postnazionale, occorre che all’immagine sociologica (dalla prospettiva oggettivante esterna) di un diritto pluralizzato e frammentato faccia riscontro (dalla prospettiva interna del patriottismo costituzionale) l’idea di un codice universale della legalità. “Solo la fiducia nella sostenibilità dell’esperienza storica della democrazia costituzionale può farci sperare che i cittadini e le cittadine vorranno mobilitare quel senso performativo (per cui si associarono un tempo in comunità giuridiche) anche nei confronti del “diritto dei giuristi” che sta prendendo piede sul piano transnazionale”.