AntoloGaia
Vivere sognando e non sognare di vivere: i miei anni Settanta
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Descrizione dell’editore
«Amichessa, questo è il paradiso: si mangia, si beve, si scopa, ci si droga, senza bisogno di soldi! E poi mare, sole e nudismo. Questo è il comunismo».
Riempiendo un vuoto tutto italiano di “letteratura gaia”, Porpora Marcasciano parte da sé e, attraverso la propria biografia, ci racconta gli anni Settanta da uno speciale punto di osservazione. La sua è un’esperienza deviante e scandalosa, una “cotta continua”, fatta di manifestazioni, passioni, paure, sogni e sessualità, in cui incrocia tanti piccoli e grandi personaggi, costruisce i primi collettivi Glt, i primi pride e il nascente movimento gay, che entra in relazione con il movimento rivoluzionario di quegli anni spingendolo a prendere coscienza di sé e del proprio corpo. Una realtà in cui trans, gay, lesbiche, donne e non solo rivoluzionano la propria vita e di riflesso quella del mondo.
Una storia “favolosa”, finché non viene tragicamente travolta dall’Aids e dalla narrazione strumentale di chi descrive il virus come la “peste gay”. Da gioiosa, l’atmosfera diventa cupa, e la sensazione triste dell’impotenza prende il sopravvento tra i protagonisti di quella stagione, cancellando la memoria di un decennio. Fino ai giorni nostri, in cui tutto sembra esser stato “normalizzato” dalle leggi del mercato.
Porpora reagisce a questa rimozione ricostruendo quella storia e i nessi tra moderno e postmoderno, necessari a rielaborare un pensiero e una cultura in grado di non farsi neutralizzare.
"Per trip intendo il viaggio che comprende tutto il mio percorso, quello che avevo cominciato nel settembre del 1973, quando mi si spalancò davanti un nuovo mondo, quando cominciai a capire tante cose, a prendere coscienza, quando smisi di vergognarmi e compresi che tutto quello che mi era stato detto fino a quel momento era falso. Gli indiani non erano i cattivi, i comunisti non erano cannibali, gli anarchici non erano assassini e gli omosessuali non erano mostri, gli stronzi che vorrebbero fartelo credere sono invece autentici: stronzi, veramente stronzi".