Chiodo fisso
Le indagini del commissario Berté
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Descrizione dell’editore
NOME: Gigi
COGNOME: Berté
CAPIGLIATURA: già brizzolata
TAGLIA: (troppo) large
PENSIERO: sottile
INTELLIGENZA: spessa
PIANTA PREFERITA: paulonia
PUNTUALITÀ: lombarda
GELOSIA: calabra
VIZIO CHE NON HA PIÙ: fumo
VIZIO CHE HA SEMPRE: mangiare molto
INSOFFERENZA 1: locali affollati
INSOFFERENZA 2: andare per negozi
STILE (secondo la Patty): antiquato
STILE (secondo la Marzia): classico
C’è chi durante le vacanze di Natale va in montagna (la maggioranza), chi va al mare (pochi) e chi emigra verso paradisi esotici (i fortunati). Il vicequestore aggiunto Gigi Berté, invece, non sembra volersi identificare con nessuno di questi. Trasferito per ragioni disciplinari da Milano a Lungariva, in Liguria, ha deciso di tornare nella sua metropoli per capire se gli manca davvero. E se si aspettava una sorta di felliniano Amarcord, non immaginava certo di trovarsi catapultato nella Milano della sua giovinezza a causa di un omicidio. Appena arrivato, infatti, Berté incappa nel cadavere di un vecchio amico, uno dei ragazzi delle panchine di piazza Stuparich, con i quali aveva condiviso anni di scuola, di amori, di chiacchierate, di sogni...
E benché ufficialmente in vacanza, il commissario non può restare con le mani in mano. Contatta i suoi amici di un tempo e, indagando, si accorge di quante cose possono cambiare in un quarto di secolo. E di quante, invece, resistono inalterate: passioni, ossessioni, proprio quelle da cui Berté prende spunto per i suoi racconti. Perché fanno parte dell’animo umano. Di quello delle vittime e di quello dei colpevoli. Nei libri come nella realtà.
Recensioni dei clienti
Leggero
…non entusiasmante