



Contro la tribù
Hayek, la giustizia sociale e i sentieri di montagna
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Descrizione dell’editore
Viviamo nella società più avanzata e prospera della storia, eppure sembriamo non accorgercene. Ogni giorno una nuova «ingiustizia» viene indicata dalla classe intellettuale come un male da estirpare con interventi politici radicali e definitivi. Che si tratti di discriminazioni razziali, di genere o di reddito, la soluzione proposta è sempre quella di ridistribuire ricchezza e rappresentatività, senza considerare come questa «riparazione» possa inficiare le strutture che da più di settant’anni garantiscono pace e progresso in tutto l’Occidente. L’economista austriaco Friedrich von Hayek (1899-1992), che aveva vissuto in prima persona l’eclissi delle libertà individuali e l’affermarsi dei totalitarismi, fu tra i primi nel secondo dopoguerra a comprendere la necessità di rifondare una teoria politica in cui non solo il mercato, ma anche il diritto e il suo linguaggio fossero considerati istituzioni in continua evoluzione, frutto inatteso dei comportamenti delle persone, e non dei progetti di governi e intellettuali. Prendendo spunto dalla biografia dell’autore di La via della schiavitù, Alberto Mingardi indaga l’idea di giustizia sociale e ne evidenzia la natura autoritaria, capace, come vediamo ogni giorno, di frammentare l’opinione pubblica su posizioni inconciliabili, in tribù aizzate da maîtres à penser convinti che una gestione centralizzata (la loro) possa porre fine a tutte le disuguaglianze, mettendo così ancora una volta a repentaglio un modello di società aperto e plurale.
Recensioni dei clienti
Ottimo
Esprime concetti difficili in maniera chiara e lineare. Vivamente consigliato.