Fedeltà Fedeltà

Fedelt‪à‬

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Descrizione dell’editore

«Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento». Siamo sicuri che resistere a una tentazione significhi essere fedeli? E se quella rinuncia rappresentasse il tradimento della nostra indole piú profonda? La fedeltà è un'àncora che ci permette di non essere travolti nella tempesta, ma è anche lo specchio in cui ci cerchiamo ogni giorno sperando di riconoscerci. Marco Missiroli lo racconta andando al cuore dei suoi personaggi: lui, lei, l'altra, e l'altro. Noi stessi. Preparatevi a leggere la vostra storia. Romanzo vincitore del Premio Strega Giovani 2019 Romanzo finalista al Premio Strega 2019
«Il malinteso», cosí Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell'università insieme a una studentessa: «si è sentita male, l'ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione.
Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, cosí come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un'ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l'ha ottenuto grazie all'influenza del padre.
La porta dell'ambizione, invece, Margherita l'ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un'agenzia immobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l'interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell'esistenza.
In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l'orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.
Con una scrittura ampia, carsica, avvolgente, Marco Missiroli apre le stanze e le strade, i pensieri e i desideri inconfessabili, fa risuonare dialoghi e silenzi con la naturalezza dei grandi narratori.

GENERE
Narrativa e letteratura
PUBBLICATO
2019
12 febbraio
LINGUA
IT
Italiano
PAGINE
232
EDITORE
Einaudi
DIMENSIONE
609,6
KB

Recensioni dei clienti

Fulltrew ,

Interessante

Un bel libro... illumina sapientemente le mille contraddizioni del cuore umano... la consapevolezza di amare qualcuno e il desiderio (infinito) di essere amati che trova una sua “compostezza” con la maturità... una maturità raggiunta con errori “compresi” ... talmente compresi da non essere più errori ma possibilità.
Coinvolgente, acuto a tratti piacevolmente snervante... vi cattura in un vortice... da leggere... gran bel libro

Aeroplanino2012 ,

Tristezza

Non è detto che un romanzo abbia un lieto fine, ma l’autore sembra mettercela la mette tutta per creare una narrazione deprimente sin dalla dalla prima pagina. Una Milano deprimente che è solo un elenco di vie e locali , personaggi e disavventure deprimenti, soprattutto poco verosimili. Ciò che è peggio è che ognuno di loro pensa, sente e agisce e vive allo stesso modo depresso, senza nessuna caratterizzazione.Personaggi maschili o femminili giovani o maturi ritratti allo stesso modo, bidimensionali: una bustina di figurine Panini (sono mescolate con un sistema brevettato, lo sapevate? ) . Possibile che un romagnolo detesti Milano e i suoi abitanti, ma anche un entomologo scruterebbe con maggiore interesse ( stavo per scrivere empatia) e coinvolgimento il suo terrario con il nido in sezione dietro alle pareti di vetro o almeno descriverebbe le formiche intente nei loro differenti compiti. L’autore no, le descriverebbe tutte uguali, zampettanti allo stesso modo. Deve essere stata dura per un adolescente e per un ventenne vivere negli anni novanta e duemila: nessuna utopia, nessuna pulsione di cambiamento, nessuna speranza . I grandi gli devono essere sembrati irrimediabilmente uguali, spenti, vecchi, senza immaginazione, senza emozioni solo grigi odiosi cadaveri asessuati in movimento dal nulla e diretti verso il nulla e così appaiono i personaggi del romanzo.
Non ce l’ho con Missiroli ma con il suo editor che non conosce la differenza fra “vagone” e “carrozza” tanto meno le differenze di genere.
Leggetelo solo se siete veri autolesionisti e trovate rassicurante una scrittura piatta e anodina.

maria.sanna ,

Fedeltà

Molto accattivante

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