La dea dei baci
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Descrizione dell’editore
“‘L’ha detto la Dea dei baci a una della contrada. Viene dalla città la Dea, è una donna istruita, lo sa come vanno certe cose,’ ha detto la mamma.‘Quella donna dev’essere compianta, non ammirata. Attenta, Luigina, il diavolo appare bello per tentare meglio.’”L’infanzia di Giovanna, trascorsa in un paesino della Bassa negli anni cinquanta e sessanta, è segnata da eventi tragici e rivelazioni sconvolgenti che si susseguono senza dare requie. Dopo la morte della madre, il padre si risposa con una giovane donna, che odia la bambina, e comincia a picchiarla. Le lacerazioni e le ingiustizie che deve subire non sono terminate qui: i nonni materni se ne vanno, lei scopre di essere stata adottata perché la vera madre l’ha abbandonata in un orfanotrofio, perde il suo prediletto cane e il suo migliore amico, le fanno lasciare la scuola dove poteva almeno trovare rifugio nello studio dei classici e conforto nella poesia. Il tempo passa, nascono intanto due fratellini, lei comincia a lavorare, subisce violenza dal datore di lavoro, poi è licenziata. Il padre infierisce con cieca crudeltà nel tentativo di sfogare il proprio senso di fallimento. Ma grazie alla sua capacità di resistere, dopo queste terribili prove, Giovanna riuscirà a staccarsi dalla famiglia e a trovare il coraggio a sedici anni di andarsene di casa in cerca della propria vera identità. Ippolita Avalli scrive un libro molto coinvolgente, in seconda persona perché è nella forma di una conflittuale lettera al padre, odiato e amato insieme, in cui rievoca gli episodi salienti della sua giovane e dolorosa vita e da cui emerge il contrasto tra la fiducia incondizionata dell’infanzia e l’insensata violenza del mondo adulto..