La mia cucina pop
L'arte di caramellare i sogni
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Descrizione dell’editore
Sono talmente pop-olano che la mia “ultima cena” mi piacerebbe fosse così composta: un enorme mastello di gelato alle creme, prima fra tutte la stracciatella.
Marchesi ci guardò lavorare in cucina: “Questi ragazzi sono come le spugne, assorbono, assorbono e un giorno cominceranno a rilasciare”. Quel giorno è arrivato.
“Sperimentare in cucina, creando il proprio meglio e rendendolo accessibile a tutti… Allora è possibile. Oldani è qui per dimostrarlo. Avanti così!” è quanto ha detto di me Luciano Ligabue.
Brillante innovatore dell’alta cucina e strenuo difensore della semplicità e della tradizione: così si può definire la figura di Davide Oldani. La sua storia, il suo gusto, il suo credo è tutto racchiuso in questo libro: come e perché Oldani è diventato Oldani, quali segreti celano le porte della sua cucina al D’O, chi sono i protagonisti della sua formidabile squadra di lavoro e, soprattutto, quali sono le ricette di questo chef originale.
Partito dalla Milano di Gualtiero Marchesi, Oldani è entrato nelle capitali mondiali dell’alta cucina e dopo anni trascorsi ad assorbire, osservare e studiare, è tornato da dove è venuto e ha aperto una “trattoria”, il D’O. Non un ristorante di lusso e pretenzioso, bensì un locale semplice dove lo chef accoglie chiunque voglia imbarcarsi nella sua avventura “pop”. Come spiega lui stesso, “pop” sta per popolare, del popolo, e dunque del cibo legato alla tradizione locale, delle materie prime “povere”, sì, ma lavorate con tecnica eccelsa e grande sapienza.
In questo libro Oldani racconta la sua filosofia, il suo concetto di cultura gastronomica e di rispetto della stagionalità dei prodotti e, soprattutto, racconta la passione per la scoperta che l’ha fatto diventare anche designer di posate e utensili di cucina. Un percorso di vita ricco e appassionante, che si conclude con le ricette che lo hanno reso famoso nel mondo.
Recensioni dei clienti
Qualche ricetta per valutare
Ma allora lo fate apposta!
Com'è possibile valutare un libro di ricette senza poterne leggere qualcuna?
Fate voi.