La nuova geografia del lavoro La nuova geografia del lavoro

La nuova geografia del lavoro

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Descrizione dell’editore

Negli Stati Uniti l'economia postindustriale, basata sul sapere e sull'innovazione, sta cambiando profondamente il mercato del lavoro, sia per la tipologia dei beni prodotti sia per le modalità e, soprattutto, le località in cui vengono realizzati, creando enormi disparità geografiche in termini di istruzione scolastica, aspettativa di vita e stabilità famigliare. Per alcune regioni e città, infatti, la globalizzazione e la diffusione di nuove tecnologie vogliono dire aumenti nella domanda di lavoro, più produttività, più occupazione e redditi più alti. Per altre, chiusura di fabbriche, disoccupazione e salari sempre più bassi. E poiché questa radicale ridistribuzione di impieghi, popolazione e ricchezza è un processo destinato a diffondersi nei prossimi decenni in ogni angolo del Vecchio continente, Italia compresa, le dinamiche in atto oltreoceano offrono importanti lezioni anche per i paesi europei.
Di questa "nuova geografia del lavoro" Enrico Moretti, docente di economia all'università di Berkeley, traccia una mappa dettagliata con sguardo lucido e puntuali rilevazioni sul campo: visita città in ascesa, che vedono fiorire un virtuoso intreccio di buoni impieghi, talento e investimenti, e città in declino; passeggia per le vie di Pioneer Square, quartiere trendy di Seattle, e per quelle di Berlino, la capitale più attraente d'Europa, ma anche una metropoli sorprendentemente povera; e scopre che ogni posto di lavoro creato in centri di eccellenza dell'innovazione ne genera almeno cinque in altri settori produttivi, e tutti retribuiti meglio che altrove. Tanto che oggi, ci dice, "il modo più efficace per creare posti per i lavoratori meno qualificati è attrarre imprese hi-tech con dipendenti altamente qualificati". In questo nuovo scenario l'Italia rischia di diventare per l'Europa quello che la terza America è per gli Stati Uniti, ovvero un insieme di città e distretti industriali in declino lento ma irreversibile, come dimostra la scomparsa di due industrie chiave, quella del computer e quella della farmaceutica. Capire, quindi, perché le differenze economiche tra città e regioni, anziché diminuire - com'era nelle attese di molti -, continuano ad aumentare, e perché le imprese e i lavoratori più creativi si siano concentrati in determinati luoghi e non in altri, è di vitale importanza per decifrare e orientare il futuro della nostra economia.

GENERE
Affari e finanze personali
PUBBLICATO
2013
19 marzo
LINGUA
IT
Italiano
PAGINE
288
EDITORE
Mondadori
DIMENSIONE
2,2
MB

Recensioni dei clienti

Lipsair ,

Analisi molto acuta

Un utile strumento di analisi delle difficoltà del mondo del lavoro, la denuncia della incapacità della classe politica e una possibile soluzione

Jonskin ,

La nuova geografia del lavoro

Mi sorprende che un’editore come Mondadori pubblichi un libro pieno di bugie e di copia incolla da fatti riportati esclusivamente su altri stampati e ASSOLUTAMENTE falsi e privi di ogni fondamento.Basta leggere qualche pagina per rendersi conto che chi ha scritto questo edito NON è mai andato nei luoghi descritti, NON conosce assolutamente la realtà Europea o Mondiale e tantomeno si sia occupato in qualche modo di lavoro.UN ESEMPIO DI SPAZZATURA TOTALE….ma siccome per guadagnare ci si deve per forza inventare delle cazzate allora basta avere un editore serio alle spalle e quindi si è liberi di scrivere anche delle idiozie. NON BUTTATE I VOSTRI SOLDI, NON ACQUISTATELO.

picidivi ,

La nuova geografia del lavoro

Veramente intéressante sopratutto per i Giovani Che vogliono inserirsi IN un cammino professionale con cognizione DI Côme si muovera il mondo Che évolve

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