La piuma del Simorgh
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Descrizione dell’editore
Roberto Mussapi prosegue, con la impeccabile lucidità del visionario autentico, nella costruzione d'incanto dei suoi sapienti percorsi di narrazione lirica. Innumerevoli sono le figure e i personaggi in cui coinvolge il lettore nelle diverse sequenze, nei diversi "sogni", di questo suo nuovo libro, dove, come ha scritto Yves Bonnefoy, torna a porsi in uno «spazio di poesia antropologica aperta alle proposte di differenti culture». Lo possiamo ben vedere dai riferimenti e dalle presenze più diverse, in apparenza inconciliabili, ma perfettamente legate tra di loro dalla singolare ampiezza del fraseggio, dalla libertà di un tono elevato e propenso a una comunicazione aperta, forse quasi teatrale. E dunque dalla felicità dello stile di Mussapi. Presenze che possono essere quelle dell'eroe Achille, della piuma del Simorgh, l'uccello divino della mitologia persiana, o quelle di grandi autori d'oggi come Wole Soyinka o lo stesso Bonnefoy, di artisti del nostro tempo, come Marco Nereo Rotelli o Omar Galliani, ma anche figure direttamente prelevate dalle più grandi e più note fiabe, a cui il poeta dedica un capitolo, fino al racconto in versi dedicato a Maria. E insieme allude al grande cinema di Kurosawa, torna su opere poetiche remote e mirabili, di cui ci fornisce versioni dove il ritmo, la pronuncia, le eleganti volute della sua dizione, della sua musica, si ritrovano in naturale sintonia con le altre visioni sempre in equilibrio tra luci e ombre, tra mito e comune realtà. Ecco allora il Canto della perla di sir Gawain seguito dall'Inno della perla dell'apostolo Giuda Tomaso, dagli Atti apocrifi. Il tutto si articola, si integra e compone nell'equilibrio alto della voce, nel gioco dei ritmi, e dunque nel grande "segreto della forma".