La via perfetta La via perfetta

La via perfetta

Nanga Parbat: sperone Mummery

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Descrizione dell’editore

L'avventura di un uomo che, partendo dalla provincia di Latina, tra difficoltà e pregiudizi ha lasciato la propria firma nel mondo dell'alpinismo estremo.
Sulla Terra ci sono quattordici montagne che superano gli 8000 metri: il Nanga Parbat è una di queste. La nona in ordine di altezza e una delle piú difficili; in particolare se la si affronta dallo sperone Mummery, che nessuno ha mai salito. Nei suoi cinque tentativi di conquistare la vetta in invernale, Daniele Nardi lo ha provato quattro volte. Quel «dito di roccia e ghiaccio che punta dritto alla vetta» aveva catturato la sua immaginazione. L'impresa di Nardi e del suo compagno di cordata Tom Ballard si è interrotta a un passo dalla conclusione, ma Daniele, come fa ogni alpinista, aveva messo in conto che potesse accadere, e si era rivolto ad Alessandra Carati. Hanno lavorato insieme per quasi un anno. Alessandra lo ha seguito al campo base del Nanga Parbat e, dopo essere rientrata in Italia, è rimasta in contatto con lui fino all'ultimo giorno. Nella posta elettronica aveva un'email che era un impegno: terminare il racconto che Daniele aveva iniziato.

«La storia di un ragazzo nato lontanissimo, per geografia e mentalità, dalle capitali dell'alpinismo, che invece proprio in quello vuole riscattarsi».
«il venerdí - la Repubblica»

GENERE
Biografie e memorie
PUBBLICATO
2019
19 novembre
LINGUA
IT
Italiano
PAGINE
256
EDITORE
Einaudi
DATI DEL FORNITORE
Giulio Einaudi Editore Spa
DIMENSIONE
6,7
MB

Recensioni dei clienti

avv.M ,

Daniele indimenticabile

Tutti dovrebbero conoscere la storia di Daniele!!!!

robysjack ,

8000

All’inizio, prima di leggere questo libro: “La via perfetta”, pensavo che alcuni alpinisti - tipo Daniele Nardi - avessero un forte egoismo e uno smisurato egocentrismo. Pensavo questo, perché non potevo credere che un alpinista potesse preferire la montagna alla propria famiglia, ai propri doveri di padre e marito. Nella mia abissale ignoranza non potevo credere che anche una semplice montagna potesse essere una droga tanto potente, da portare Daniele a una vera crisi d’astinenza. Senza le sue scalate e senza i suoi 8000 Nardi non poteva vivere, ed è morto per vivere come voleva. Solo leggendo queste tragiche pagine sono riuscito a comprendere il suo amore per l’alpinismo estremo.

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