Le caffettiere dei miei bisnonni Le caffettiere dei miei bisnonni

Le caffettiere dei miei bisnonni

La fine delle icone nel design italiano

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Descrizione dell’editore

Che cosa definisce un’icona nel design? Quando nasce, e per mano di chi? Che differenza c’è tra icona e archetipo? E tra icona e tormentone? Si può prevedere che un oggetto diventerà un’icona? E come può un prodotto perdere il suo valore iconico? Partendo dall’evocazione di una memoria intima, privata, l’autrice ripercorre le storie di due famiglie determinanti nell’evoluzione storica del design e delle sue icone. Chiara Alessi, infatti, è cresciuta circondata da oggetti di design, a pochi passi dalle fabbriche dei suoi bisnonni: Alfonso Bialetti, inventore della moka, e Giovanni Alessi Anghini, fondatore dell’omonima centenaria azienda di casalinghi. Amici, concorrenti e consuoceri, Bialetti e Alessi possono essere considerati i nonni delle icone, e forse, in un certo senso, anche i padri nobili di un’importante fetta della produzione di cultura materiale. Dopo di loro molti designer hanno arricchito la storia del disegno industriale di oggetti di culto: la Fiat 500 disegnata da Giacosa, la lampada Falkland di Munari, la libreria Carlton di Sottsass, lo spremiagrumi di Starck... Se è facile rintracciare pezzi iconici nei cataloghi del passato, appare sempre più complesso individuarne alcuni tra la produzione contemporanea. Ma non siamo noi a non essere più in grado di progettare icone di design, ci dice Chiara Alessi. Attraverso un’attenta analisi, e allargando la questione all’ambito della moda e della musica, individua nei cambiamenti endemici del momento contemporaneo il nodo del problema: il cambio di paradigma che ci troviamo a vivere impone la ricerca di nuovi strumenti di lettura, più adeguati, capaci non solo di fornirci una nuova prospettiva sulla realtà ma, soprattutto, di aiutarci a comprenderla.

«Un must per chi si occupa di design e ama capirlo come fenomeno culturale, sociale, economico e antropologico.» - Laura Traldi, “D” di “Repubblica” su Dopo gli anni Zero

«Molto utile per capire l’originalità del modello italiano, in cui non c’è un uomo solo (il designer) al comando, ma si realizza un’integrazione profonda tra industria e creatività. Io penso che le cose stiano come dice Alessi.» - Dario Di Vico, “Corriere della Sera” su Design senza Designer

«Inevitabile per gli addetti ai lavori, utile per gli appassionati.» - Aurelio Magistà, “Il Venerdì” di “Repubblica” su Dopo gli anni Zero

GENERE
Professionali e tecnici
PUBBLICATO
2018
17 aprile
LINGUA
IT
Italiano
PAGINE
144
EDITORE
UTET
DIMENSIONE
3,6
MB
Dopo gli anni Zero Dopo gli anni Zero
2014
Design senza designer Design senza designer
2016
Prince Prince
2020
Tante care cose. Gli oggetti che ci hanno cambiato la vita Tante care cose. Gli oggetti che ci hanno cambiato la vita
2021
Lo stato delle cose Lo stato delle cose
2022