L'inganno
Antimafia. Usi e soprusi dei professionisti del bene
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Descrizione dell’editore
Una potente macchina di dolore umano non giustificato e non giustificabile, che adopera un diritto dei cattivi introdotto «dopo l’Unità d’Italia per combattere i briganti, usato a piene mani dal fascismo per perseguitare i dissidenti, ignorato dai repubblicani» e riportato in auge dai moderni paladini della giustizia. È questa oggi l’Antimafia, un sistema dove l’eccezione diventa regola e l’emergenza permanente è l’altare sul quale sacrificare la libertà in nome della lotta al crimine. Così confische e sequestri colpiscono migliaia di cittadini e imprenditori mai processati, o piuttosto assolti. Così sentenze anticipano leggi, pene crescono al diminuire dei reati e una falsa retorica professa l’idea che il rovesciamento dello Stato di diritto sia necessario alla vittoria sulla malavita. È un’illusione o, peggio ancora, un inganno, sostiene Alessandro Barbano, che in questo libro svela «gli abusi, gli sprechi, i lutti e l’inquinamento civile perpetrati da un apparato burocratico, giudiziario, politico e affaristico cresciuto a dismisura e fuori da ogni controllo di legalità di merito». Come un virus che infetta ogni cellula, la menzogna di una legislazione antimafia che tutti i paesi del mondo vorrebbero imitare e l’intimidazione nei confronti di chi si azzarda a criticarla dilagano incontrastate. Per indebolire questo potere senza freni, che ha tradito il compito assegnatogli dalla democrazia, bisogna revocare la delega che una politica miope ha fatto alla magistratura e che alcune procure hanno trasformato in una leva per mettere la società sotto tutela. Oggi più che mai è necessario tornare a un diritto penale basato su fatti e prove, estirpare il peccato originale del sospetto, definire univocamente il confine fra lecito e illecito. Solo così si può capire che cos’è la mafia. E combatterla davvero.
Recensioni dei clienti
I professionistidell’antimafia
Ottimo libro che dovrebbe essere pubblicizzato affinché i cittadini si rendano conto degli interessi nascosti e di potere che guidano i professionistidell’antimafia di sciasciana memoria. Lo scrittore di Racalmuto sapeva quello che diceva e la strage dei diritti costituzionali quotidianamente praticata dalle misure di prevenzione, dal 41bis, e dalla mancanza di controlli non fa altro che rendere il cittadino sempre più indifeso di fronte ad una magistratura inefficiente ed autoreferenziale.
Inserire a Giurisprudenza
Dovrebbe essere reso obbligatorio alla facoltà di Giurisprudenza e forse anche di Economia. Mera speranza che lo leggano anche all’Anm, al CSM e in generale in seno alla corporazione de qua