



Lui è infinito
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Descrizione dell’editore
Roberto Musolino è un ragazzo difficile, uno di quelli che, pur non provenendo dal degrado sociale di un periferico quartiere popolare siciliano infestato di mafia, si ritrova immerso, fino al collo, nelle regole illogiche di una vita allo sbando. È la sera del 21 dicembre di un anno che non ricorda più quando, a bordo di una pantera che sfreccia tra le vie del centro della sua città, si appresta a varcare la porta d’uscita di una società alla quale non ha saputo adattarsi. Sarà lo stesso Roberto, ormai quarantacinquenne, a ripercorrere uno a uno i passi salienti della sua complicata esistenza, scavando in un passato torbido fatto d’argilla sotto la quale, tuttavia, scoprirà ancora quelle piccole pietre preziose che porta alla luce e dona al Lettore. Il carcere è un’esperienza drammatica: è una fine che spesso preclude la strada a ogni altro inizio; in pochi altri rarissimi casi, invece, è la gestazione di un tempo nuovo, diverso, che rinasce da sé. È lì che Roberto diventa infinito.
Danilo Cristian Runfolo, nasce a Messina il 24 Marzo 1972. Completa gli studi di Tecnico Industriale per poi iscriversi alla facoltà di Economia e Commercio. Appassionato di informatica, fisica, matematica e psicologia; il suo primo romanzo autobiografico, dal titolo“REWIND” viene pubblicato dalla Montag Edizioni, collana Orizzonti, nel 2002. In seguito scriverà diversi racconti brevi. Nel 2017 pubblica, con la Casa Editrice ErosCultura il suo ultimo romanzo erotico dal titolo “IO SONO VALERIA – UNA P*****A”. Si definisce un pasoliniano estremo che considera la solitudine intellettuale dell'uomo un dono, non la sua condanna , e si riconosce profondamente nel pensiero tormentato di Pier Paolo Pasolini, nella sua cupa visione della società e nella sua irreversibile deriva interiore che scaturisce da ogni forma di globalizzazione, sia essa etica, morale, politica o religiosa. Accanito lettore di Freud, Hesse, Baudelaire, Nietzsche, Kant, Socrate e degli ermetici Ungaretti, Montale e Quasimodo. Ama Chopin e lo straordinario astrattismo visionario di Vladimir Kush. Dice di sé: scrivere è un mero bisogno. È l'unico modo che ho per parlare a me stesso senza il bisogno, né il peso, di guardarmi allo specchio; ed è anche il modo migliore per dar voce ai personaggi peggiori, persino di me.