Memoria e progresso
-
- 5,49 €
-
- 5,49 €
Descrizione dell’editore
Il progresso non rappresenta la fondazione della civiltà sopra le rovine dell’esistente, ma è il risultato della selezione e del perfezionamento delle nozioni trasmesse dalle generazioni passate. Per dimostrarlo, lo storico della filosofia Piero Vassallo ripercorre il deragliamento gnostico e antirealistico della “ragione” moderna, mostrando l’essenza tenebrosa e dissolutoria delle pseudofilosofie di Cartesio, Kant, Hegel, Nietzsche, Heidegger, Simone Weil, Bataille, Kojève, Guénon, Evola e della Scuola di Francoforte. A questi autentici mostri della ragione Vassallo oppone le luminose rivisitazioni del pensiero tomista, vichiano, rosminiano e kierkegaardiano operate nel Novecento da veri e propri geni metafisici quali – per nominare solo i più rappresentativi – Michele Federico Sciacca, Cornelio Fabro ed Étienne Gilson. Costoro hanno saputo confutare magistralmente le calunnie all’essere e le staffilate alla razionalità umana che hanno fatto il disonore dei maestri del sospetto e dei “pensierodebolisti” assisi sulle cattedre della banalità e dell’immoralismo. Il preconcetto secolarista, si è oggi trasformato in strumento di perdizione, cioè di quel totalitarismo della dissoluzione (Del Noce) che ultimamente sussurra perfino dai pulpiti, consacrati alla teologia conformistica. Unico rimedio ad una tale situazione di crisi è non tanto uno sterile e mummificato “tradizionalismo”, ma una riscoperta attiva e dinamica della “tradizione viva e perenne” della filosofia occidentale. Infatti, come scriveva Francisco Elias de Tejada, “La posizione che suole contrapporre la tradizione al progresso è assurda, giacché non esiste progresso senza tradizione né tradizione senza progresso”.