Modigliani
L'uomo e il mito
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Descrizione dell’editore
Bello e dissoluto, grande bevitore e implacabile tombeur de femmes, impetuoso e a tratti violento: sono alcuni dei cliché a cui si associa in genere la figura di Amedeo Modigliani, uno dei protagonisti più anomali e geniali dell'arte italiana e mondiale. Una fama che ha dato adito a una vera e propria mitologia, alimentata da una generosa produzione di libri e film ispirati alla sua vita, spesso storicamente inattendibili. Un'ombra che si estende sulla sua personalità, oscurandone aspetti che si rivelano fondamentali per comprendere davvero l'originalità delle sue opere. Meryle Secrest, colpita dalla potenza espressiva di alcuni suoi dipinti, in cui ogni pennellata dà "la sensazione di qualcosa di definitivo, quasi ineluttabile " e rivela la presenza di una sensibilità complessa che il mito da solo non può spiegare, è andata alla ricerca di un Modigliani sottotraccia, per molti versi sconosciuto. L'autrice ripercorre le tappe salienti della sua vita descrivendo l'ambiente familiare d'origine, economicamente modesto ma colto e raffinato, gli anni di tirocinio a Livorno e Venezia, le suggestioni artistiche che più lo influenzarono (da Botticelli a Van Gogh, da Cézanne e Brancusi alle sculture primitive dell'Africa e dell'Oceania). E, soprattutto, racconta di quell'evento che segnò per sempre la sua esistenza: la tubercolosi, contratta da adolescente e a causa della quale rischiò più volte di morire. Questa malattia, considerata all'epoca un'onta sociale e per cui non esistevano cure efficaci, fu il segreto che Modigliani custodì gelosamente e che condizionò ogni suo comportamento, la sua arte e la sua visione del mondo, intrise di fatalismo e idealismo. In realtà l'abuso di alcol e laudano, sostiene la Secrest, non è legato al suo temperamento o a un atteggiamento anticonformista ma al tentativo disperato di lenire e mascherare i sintomi del morbo. Si delinea così l'immagine di un Modigliani inedito, timido e fragile, che mise a dura prova se stesso per portare a termine il proprio lavoro creativo nonostante la povertà e i patimenti. Intorno a lui lo scenario impareggiabile della Parigi dei primi del Novecento, dove si trasferì poco più che ventenne e rimase fino alla morte: una città di straordina- rio fermento e dinamismo, in cui confluirono artisti di ogni paese per rivoluzionare l'idea di arte. Rigorosamente documentata e riccamente illustrata, questa biografia ci restituisce la storia veritiera di un genio a lungo incompreso, svelandoci nel contempo le radici più profonde dei suoi capolavori.
PUBLISHERS WEEKLY
Secrest, respected biographer of art world personalities (Being Bernard Berenson), musicians such as Leonard Bernstein, and others, sets out in this volume to resurrect the reputation of the modernist painter Amedeo Modigliani (1884 1920). Long the stuff of myth and sensationalism, Modigliani's life was fictionalized in book and film while his lifelong battle with tuberculosis was ignored and his art marginalized. Up until recently the literature has portrayed Modigliani as a ranting, drunken, stoned womanizer "the archetypal accursed artist," as Secrest puts it. Rather, she says, he suffered throughout his life from various illnesses that he attempted to conceal. But the misperception contributed to Modigliani's status as a minor artist. The "separation of truth from fiction" is the author's cause. In her revisionist account, Secrest delves into numerous primary sources to weave together a comprehensive and well-rounded biography of the artist and to bring to life bohemian society in early 20th-century Paris. Additionally, the author surveys the history of Modigliani scholarship, the ongoing problem of forgeries of the artist's work, and the "chaotic field" of authentication. The result is an enjoyable read for all, and a most welcome contribution to Modigliani scholarship.