Un uomo temporaneo
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Descrizione dell’editore
Dalla postfazione dell'autore
Ho convissuto con Gregorio per anni. Ho fatto il tifo per lui, ho temuto per lui. Non so quante volte sarei voluto essere lui. Gregorio è il mio fratello immaginario, il mio alter ego. E solo perché non sono riuscito a essere come lui. Per questo, oltre a scriverne, vorrei che Gregorio fosse reale e vivo, per poter scambiare con lui ogni giorno le impressioni che la vita mi suscita. Quando riesco a non pensare a Gregorio in questi termini, così personali, ragiono invece sul suo significato politico. Mi affascina la sua totale mancanza d'ideologia, e il fatto che di lui ci si possa chiedere se è un imbecille o un genio senza che la domanda stupisca nessuno. Non ho mai amato le persone di cui è chiaro, fin dal primo sguardo, se siano qualcosa o il suo opposto. Il dubbio è più affascinante della certezza perché ci riguarda, è una domanda rivolta a chi la pronuncia. Perché Gregorio non odia la sua azienda? Perché non si sente defraudato, maltrattato? Perché non cerca vendetta, ma solo come continuare a rendersi utile? Queste domande mi perseguitano. Gregorio non si limita a cambiare le regole: cambia il gioco. Forse di lui non capisco molte cose proprio perché è un uomo del futuro, anticipa una condizione umana in arrivo ma ancora imperscrutabile. Forse è «L'Uomo con Qualità», per opporlo al modello che ha fatto scuola fin qui. Questo romanzo non deve aver disorientato solo me. Prima di trovare pubblicazione ha dovuto attendere che qualcuno ne comprendesse l'impatto ideologico e politico. È comunque l'unico libro che ho pubblicato che abbia generato reazioni diverse fin da prima di essere offerto ai lettori. Chissà cosa vuole dire, e chissà chi ha ragione.
Recensioni dei clienti
Da non perdere
Uno dei libri più belli e poetici sulla condizione contemporanea e una nuova possibile ricetta, anzi modo di fare ricette
Basito
Comprato oggi alle 8:30 del mattino,mi ha stupito.Divorato nell'arco di una giornata.Mi ha guidato in un viaggio ,in sapori e gusti mai provati né sentiti.Fin da subito il personaggio Gregorio mi ha attirato nella sua vita (magari l'empatia nasce dal nome che condividiamo,chi lo sa) e il suo modo di vivere ,i suoi aforismi, mi hanno costretto più volte a interrompermi nella lettura e a riflettere .Così bello da non essere capito alla prima lettura.Merità assolutamente una seconda sbirciata ,se non una terza.Amen
Sentiremo parlare del gregorismo...
Gregòrio di Perotti e Gregòr di Kafka, hanno qualcosa in comune oltre al nome.
Entrambi trovano del buono nella malasorte.
Gregòr, privato addirittura del proprio corpo, trasformato in quello di uno scarafaggio, prende a scorrazzare allegro sulle pareti della camera, finalmente libero dal capoufficio, che tenta perfino di andare a prenderlo a casa.
Come Gregòr, anche il mite Gregòrio, privato del suo corpo-scrivania, reagisce in modo inaspettatamente calmo e positivo.
A differenza dei suoi colleghi che, arrabbiandosi, finiscono per accettare le regole del gioco, Gregòrio, guidato dalla penna di Perotti, scopre di saper creare un altro Mondo possibile, in grado di cancellare quello alienante finora vissuto sotto l'ipnosi del quotidiano, sedato com'era da microdòsi di veleno, lentamente crescenti, assunte negli anni. Un nuovo mondo che ammette soluzioni nuove ai problemi di sempre, soluzioni diverse e per questo divertenti, tanto fantasiose quanto concrete, perfino commoventi.
Kafka, colpevolmente, non riservò però altrettanta favorevole opportunità al suo Gregòr, che finì per lasciarsi morire di fame, legittimando così le stesse convenzioni sociali che, ovviamente, ne decretarono poi il successo letterario.
Quando mai, un romanzo che indichi una strada per il cambiamento del Sistema, potrà essere dal Sistema stesso portato al successo?
Maai.
Per questo, al nulla, al Caos della morte che Kafka assegna al suo Gregòr, Perotti preferisce affidare a Gregòrio un compito, perché, mentre il Caos non è migliorabile, il Sistema lo è, e con questo libro ne dimostra la possibilità in modo pragmatico.
Un compito che inizia da quella piega sulla moquette, dal generoso adoperarsi di Gregòrio per eliminare quel piccolo fastidio che tutti sopportano passandoci sopra mille volte, così come sopportano il loro quotidiano milligrammo di arsenico.
Gregòrio traccia la strada con l'esempio, contagia Vincenzo, Giacomo, Betta, scatena una epidemia che via via libera tutti in un processo che potrebbe cambiare il mondo intero.
Perotti, con questo romanzo, definisce un nuovo modo di approcciare la vita: il Gregorismo, del quale sentiremo parlare molto in futuro.
Gre - go - ri - smo. Ricordiamolo bene.
E se Gregòrio è un uomo temporaneo, il Gregorismo gli sopravviverà.
Statene certi.