Dal cellulare a Finalborgo
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Ho sempre avuto la fortuna di trovare sul cammino della vita dei simpatizzatori o delle persone che mi volevano bene prima di conoscermi. Al Cellulare, nello stanzone di 'carico e scarico', mi si registrava e mi si salutava come un personaggio di casa. Mi si ricordavano episodii della mia vita cui io avevo completamente dimenticati. Come quello di essere stato alloggiato in una cella come scrittore scollacciato o come un égoutier della penna. Tra gli impiegati che volevano assolutamente essermi utili, era un giovinetto alto, elegante, con una bella faccia illustrata dai baffi superbi e chiari e illuminata dalla lucentezza degli occhioni neri in campo azzurro. L'unghia lunga del mignolo e la cravatta di foulard a palloncini gialli sul fondo solferino pallido, e i manichini che gli uscivano candidi dalle maniche, gli davano l'aria di gran signore.