Il Collega Bisessuale

Uomini che non cercano parole, ma sguardi. Uomini che vivono in silenzio, tra cemento e metallo, carta e sudore. In questi racconti di Manuel García, il desiderio non si annuncia — si impone. In un mondo fatto di gesti secchi, abitudini maschili e corpi trattenuti, basta un attimo per accendere una scintilla che brucia tutto.

Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, Il Collega Bisessuale, l’attrazione nasce dove dovrebbe esserci solo ambizione. Due uomini, entrambi brillanti, entrambi competitivi, si sfiorano ogni giorno nel labirinto accademico. Uno è giovane e determinato, l’altro più maturo, sicuro, apparentemente inattaccabile. Quando il lavoro li chiude nello stesso studio per un intero fine settimana, la distanza professionale si accorcia. Fino a scomparire.

Non ci fu nessun gesto evidente, nessuna frase esplicita. Solo un silenzio diverso, più denso. I documenti sparsi sul tavolo, i corpi vicini. Lui si passò la mano nei capelli, si stirò la schiena, mi guardò un po’ troppo a lungo.
Fu allora che capii: non era stanchezza quella che avevo negli occhi.

Racconti che pulsano sotto la pelle. Dove il desiderio è maschio. E non chiede permesso.