Le ore inutili: Novelle Le ore inutili: Novelle

Le ore inutili: Novelle

    • USD 3.99
    • USD 3.99

Descripción editorial

Discutevano da quasi mezz'ora, il giovine schermendosi con parole vaghe e perplesse, la donna indagando con una ostinazione che diveniva a grado a grado impaziente. Finalmente egli disse:

— Hai ragione. Oggi io sono diverso, oggi io ti devo confessare qualche cosa di abbastanza grave e mi è mancato fino ad ora il coraggio di farlo. Devi darmelo tu questo coraggio, tu che sei una piccola donna forte, capace di affrontare sola la vita e tutte le sue sorde ostilità. Confortami tu, Ottavia, a parlare. Dimmi che sarai indulgente e clemente col tuo povero amico che ha paura, che ha paura di te.

Ottavia Dimauro che ascoltava, adagiata nell'angolo del divano giallo-oro, coi capelli neri sciolti sulla spalliera come un viluppo di serpenti foschi, con le spalle nude e i fianchi avvolti strettamente in una spirale di seta d'un color violaceo pallido che le scopriva i piedi rosei nelle babbucce orientali ricamate di perle, lasciò sfuggire una lunga risata non più gaia e non ancora beffarda, volgendosi a fissare Dino Altavilla, seduto accanto a lei, nell'altro angolo del divano giallo-oro.

— Mio povero amico, tu hai paura di me? Ci conosciamo ormai da due anni e mezzo ed è questa la prima volta ch'io ti scopro una sensibilità così tremebonda e che mi riconosco una così terribile forza. Che cosa dunque accade di tanto spaventevole?

— Spaventevole? — ripetè Dino Altavilla con un breve sogghigno. — Non esageriamo. Ho detto soltanto che si tratta di una cosa importantissima, la quale non mi giunge, d'altronde, improvvisa poichè la prevedevo da almeno sei mesi. È un fatto che, del resto, non ha nulla di spiacevole, tranne l'impressione, la prima impressione che tu ne potrai riportare. Ed è appunto ciò che mi costringe ad esitare tanto dinanzi a te, prima di decidermi a confessarti questa semplice realtà.

Ottavia lo lasciò parlare sino alla fine, attese ancora alcuni minuti, fissandolo con lo sguardo interrogativo, la confessione di quella semplice realtà e, constatando che il momento della rivelazione non era ancora giunto, si strinse nelle spalle con una piccola smorfia sdegnosa, poi s'alzò, mosse alcuni passi sul folto tappeto persiano che copriva interamente l'impiantito della vasta camera gialla.

Giallo era il broccato della coperta sul letto disfatto, gialla, incrostata di merletti di Venezia, la seta delle tende alle due finestre altissime, d'un chiaro giallino il legno di cedro dei mobili e le due poltroncine basse ai lati del tavolino da tè, e di un intenso oro caldo a riflessi di rame la grande cornice ovale che occupava la parete al disopra del divano, la cornice preziosa la quale racchiudeva un delicato pastello: il ritratto di Ottavia Dimauro.

Ella sollevò il capo e si fermò dinanzi a quell'altra se stessa, così somigliante pur nella leggera nebulosità del colore sfatto che le parve di vedersi in fondo ad uno specchio antico, un po' velato dalla polvere e dal tempo, oppure in fondo ad un'acqua stagnante in una luce di crepuscolo.

Scendeva difatti la prima ombra della sera dai vetri chiusi dietro le cortine leggere, e la violenza ardente di colore da cui traeva tanto risalto la particolare bellezza di quella donna bruna e pallida come un'andalusa, si fondeva ora dolcemente in un'armonia più discreta e più raccolta.

I larghi occhi neri di Ottavia fissavano i larghi occhi neri del ritratto che apparivano immensi e profondi nella penombra.

Era stato quello sguardo immenso e profondo, segnato con pochi tratti di colori da un pittore grande e modesto, ora morto, ad avvicinare quasi d'improvviso i loro destini in un amore durato oltre due anni e pieno di tumultuosa intensità di vita.

Dino Altavilla vi si era fermato dinanzi in una esposizione d'arte, lo aveva osservato contemplato meditato interrogato a lungo, per molti giorni, finchè si era risolto ad acquistarlo per giungere a conoscere, se veramente esisteva, la creatura umana a cui splendevano in volto quegli occhi.

Codesta creatura umana esisteva, era una giovane signora sola, che abitava una villa in una piccola città di provincia, dove il pittore, passando per svago un'estate, le aveva fatto, per proprio diletto, il bel ritratto a pastello.

GÉNERO
Ficción y literatura
PUBLICADO
2020
1 de marzo
IDIOMA
IT
Italiano
EXTENSIÓN
128
Páginas
EDITORIAL
Library of Alexandria
VENTAS
The Library of Alexandria
TAMAÑO
402.8
KB

Más libros de Amalia Guglielminetti

Le ore inutili Le ore inutili
2024
La porta della gioia La porta della gioia
2023
Gli occhi cerchiati d'azzurro Gli occhi cerchiati d'azzurro
2023
Humoursex Humoursex
2023
Il pigiama del moralista Il pigiama del moralista
2023
Le ore inutili Le ore inutili
2023