Figlia di una vestaglia blu
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Simona è figlia di operai. Vive nel Mugello, dove la fabbrica di jeans Rifle è quel che la Fiat era a Torino. Mentre il padre lavora in magazzino, la madre, in catena con le sue compagne di lavoro in vestaglia blu, cuce migliaia di passanti per i jeans. Vestaglie color blu come il cielo su cui si stagliano ogni sabato, giorno di riposo, stese fuori dai balconi ad asciugare.
Simona è figlia di operai. Di quella generazione operaia che stringendo la cinghia e allargando col conflitto sociale l’orizzonte dei diritti è riuscita a far studiare i propri figli all’università. Si laurea con una tesi sui minatori per lo più calabresi che forano le montagne del Mugello per far passare il Tav, il treno ad alta velocità. Incontra, ascolta, conosce a fondo le tute arancioni, venute da lontano, sulla cui pelle si scarica la contraddizione tra lavoro e ambiente dei cantieri delle grandi opere che hanno sostituito la fabbrica tradizionale.
Tra memoir, romanzo e inchiesta operaia, Figlia di una vestaglia blu è un libro working class. Un ibrido narrativo che esplora la dimensione del lavoro femminile, tra produzione e riproduzione sociale, tra sfruttamento e rivendicazioni di classe e di genere: una narrazione schietta, poetica e luminosa capace di mettere in tensione il lavoro del passato e del presente. L’esordio di una scrittrice che dalla propria eredità familiare ha saputo creare un documento letterario imprescindibile, prendendo il testimone dalle mani della madre operaia.
Nella prosa di Simona Baldanzi non c’è contraddizione tra la mano che cuce e quella che scrive. C’è un passaggio di consegne. Dall’ago alla penna, una lezione di abilità, di orgoglio operaio, di consapevolezza femminista.
Un sabato di qualche anno fa dal balcone di casa mia si muoveva, appesa a un filo, una vestaglia blu. Spesso mi sono divertita a guardarla muoversi nel vento, cambiare sfumature di colore nei riflessi della luce, del cielo. Accarezzata dal sole gonfiarsi e prendere anima, diventare pelle blu di un corpo trasparente. Salire fino a distendersi al pari del filo per poi ricadere improvvisamente in verticale. Una danza invitante, regina fra gli stracci.