Hello World
Essere umani nell'era delle macchine
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- € 9,99
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Beschrijving uitgever
««La chiamata alle armi, magistrale e divertente, di Hannah Fry dovrebbe essere letta da tutti gli esseri umani che affidano, senza pensarci, il loro destino agli algoritmi. Perché dovete sapere, ragazzi, che il futuro messo in mano alle macchine potrebbe ritorcersi contro di noi». »
David Rowan, editore di «Wired UK»
««Una guida splendidamente accessibile che salta con leggerezza da una storia all’altra senza risparmiare al lettore domande difficili... Merita un posto nelle classifiche dei bestseller». »
«The Times» - Oliver Moody
««Sapientemente raccontato, informato e con un tocco di leggerezza». »
Adam Rutherford, autore di Breve storia di chiunque sia mai vissuto
«La chiamata alle armi, magistrale e divertente, di Hannah Fry dovrebbe essere letta da tutti gli esseri umani che affidano, senza pensarci, il loro destino agli algoritmi. Perché dovete sapere, ragazzi, che il futuro messo in mano alle macchine potrebbe ritorcersi contro di noi.»
David Rowan, editore di Wired UK
«Una guida splendidamente accessibile che salta con leggerezza da una storia all’altra senza risparmiare al lettore domande difficili... Merita un posto nelle classifiche dei bestseller.»
The Times - Oliver Moody
«Sapientemente raccontato, informato e con un tocco di leggerezza.»
Adam Rutherford, autore di Breve storia di chiunque sia mai vissuto
«Hello World!», Buongiorno mondo! Da quasi cinquant’anni, chiunque si cimenti per la prima volta nello studio della programmazione informatica si imbatte in questa frase. La si trova nel primo esercizio di qualsiasi manuale, fin dai primi anni settanta: l’esercizio consiste nel compilare un breve programma il cui effetto sia quello di far comparire sullo schermo quelle due parole inglesi, al tempo stesso scherzose e profetiche. Il computer risponde, ed è subito l’alba di un nuovo mondo, quello delle macchine.
Gli algoritmi sono tutt’intorno a noi, e noi affidiamo loro le nostre vite, sempre di più, spesso senza neppure accorgercene. Hannah Fry, che li conosce bene, ci racconta in questo libro delizioso i segreti che animano le schede logiche dei computer, le promesse e i limiti della computer science, gli scenari un po’ distopici e un po’ grotteschi che si prospettano nel nostro imminente futuro tecnologico.
Vieni accusato di un crimine? Come vorresti che venisse determinato il tuo destino? Da un giudice o da un algoritmo? L’algoritmo sarà sicuramente più razionale e meno soggetto a errori di giudizio, ma un giudice in carne e ossa potrà sempre guardarti negli occhi prima di pronunciare la sentenza. Cosa scegli? Eccoci nell’era degli algoritmi, la storia di un futuro non poi così lontano nel quale le macchine comanderanno incontrastate e prenderanno decisioni importanti in campo sanitario, nei trasporti, nella finanza, nella sicurezza, in tutto ciò che guarderemo, in ogni luogo in cui andremo e persino nella decisione di chi mandare in prigione. Ma quanto possiamo fidarci di loro? Che tipo di futuro vogliamo?
Queste domande sono al centro di Hello World, un libro che solleva il velo sui meccanismi di funzionamento dei programmi che ci stanno prendendo la mano, ne dimostra il potere e ne mette in risalto i limiti. Rimane da domandarsi se gli algoritmi siano davvero migliori degli esseri umani che stanno rimpiazzando.
PUBLISHERS WEEKLY
Fry, a University College London math professor, invites readers to examine how algorithms affect their lives. She guides her audience through understanding what algorithms are "simply a series of logical instructions that show how to accomplish a task" and thoughtfully commends on how they are used, such as in the fields of medicine, criminal justice, art, and transportation, to help people make more consistent decisions and to improve public safety. Fry maintains that the most important consideration isn't the technical sophistication and complexity of an algorithm, but the reliability and trustworthiness of the people in charge of it. She cautions that "data and algorithms don't just have the power to predict our shopping habits" but also to "rob someone of their freedom." To this end, she describes instances in which the use of algorithms has gone awry, such as when an FBI expert's confidence in facial recognition technology led to a man being held in a maximum security cell for a crime he didn't commit. These case studies are coupled with difficult questions about how algorithms should be used: for instance, is society willing to give up individualized justice for consistency in sentencing? Throughout, Fry counsels the use of algorithms to complement and enhance human performance, not replace it.This is an intriguing take on a timely topic.