Gli Stranieri

In questo romanzo, che nasce da un periodo della mia vita ormai concluso, ho raccontato cosa ha significato per me vivere a Roma e lavorare come insegnante di italiano per rifugiati politici e richiedenti asilo politico nella mia città. C’è chiaramente molto di autobiografico in queste pagine e il bisogno di dare forma ad una tristezza e a una rabbia che a volte ho sentito emergere dal mio cuore, per le costanti ingiustizie incontrate durante il mio cammino, per la totale assenza di coscienza civile e sociale delle tante persone che ho avuto intorno, per le miserabili condizioni in cui ho visto vivere i tanti stranieri venuti nella Capitale. 

Ci sono diversi spaccati di Roma in questo libro ma sono tutti filtrati dalla mia sensibilità e dalla mia anima, ci sono le strade (soprattutto quelle intorno alla Stazione Termini), i locali, i centri sociali, i musei, le ville. C’è la vita da solo, quella condivisa, quella sognata, ci sono descrizioni di luoghi reali ma anche di quelli interiori dove risiede la vera ricchezza e meraviglia delle nostre esistenze. 

La narrazione è frammentata, assomigliando nella struttura ad una sorta di diario, in cui si intrecciano i miei pensieri e considerazioni, le mie emozioni e le sfide che mi sono ritrovato ad affrontare. Ci sono le persone che ho amato, che mi sono state vicine e da cui alla fine sono stato costretto ad allontanarmi. 

Ci sono anche tutte le dinamiche del lavoro svolto per una cooperativa sociale che si è ritrovata coinvolta, alcuni anni fa, quando la ho lasciata, in uno scandalo nazionale di corruzioni e tangenti. Le piccole ipocrisie, gli odiosi e inutili giochi di potere, la stupidità imperante di alcune delle persone che ho avuto intorno nel mio lavoro in quegli anni è qualcosa che esce fuori molto nitidamente dal libro. 

Muovendomi tra le necessità del lavoro e quelle della mia anima che invocavano il ritorno ad una libertà assoluta mi sono mosso nell’unica direzione possibile, quella che la voce che ognuno di noi possiede nel cuore ci indica. 

La strada che porta dentro noi stessi è la sola che valga la pena di essere percorsa.