Fabiano Boccaperta

Il libro narra di un impiegato di circa sessant’anni che un mattino, per una serie di circostanze fortuite, si ritrova solo con il figlio Fabiano, disabile e immobilizzato in una sedia, nella sua casa alla periferia di Roma. Avvertito dalla donna che si occupa di Fabiano che non verrà a causa di un imprevisto, si aggira per casa senza meta - mentre Fabiano è nel tinello, seduto davanti alla finestra - e viene assalito da un’ansia crescente, che non sa spiegarsi. Comincia così a ricordare fatti e situazioni del passato, di volta in volta con nostalgia per il periodo dell’infanzia (trascorsa spensierata in un ambiente contadino di cui rammenta ogni dettaglio), rammarico per la perdita della moglie, scomparsa prematuramente; sempre rievocando i giorni felici, ma allo stesso tempo quelli del disagio, o della malattia. Il racconto propone atmosfere alla Silvio d’Arzo (Casa d’altri), o alla Roland Topor (Le locataire chimérique), tuttavia associate al piacere di ricordi più leggeri.