Due vite
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Publisher Description
VINCITORE DELLA LXXV EDIZIONE DEL PREMIO STREGA
«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia.
Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, così propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia.
Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice,quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».
«In Due vite si avverte la forza di un racconto che probabilmente da anni premeva nelle intenzioni e sul cuore, e che cuore e intelletto abbiano trovato la strada di pagine talmente essenziali e vere da lasciare i lettori a lungo senza fiato, commossi, coinvolti, perturbati». Sandra Petrignani, Il Foglio
«Uno dei libri che ho amato di più in questi ultimi anni». Marco Missiroli
«Un libro che in queste settimane ho desiderato imparare a memoria, incorporare le parole come fossero mie». Concita De Gregorio, D, La Repubblica
«Questo Due vite è un gioiello di disvelamenti psicologici... E unico è ormai lo stile di Trevi, di prosa d’arte umanissima, quasi prosa d’anima». Luca Mastrantonio, Sette
«Questo di Trevi è un libro pervaso dalla luce dell’amicizia, dalla forza quieta e granitica del suo sentimento». Lisa Ginzburg, Avvenire
«La capacità di stenografare in pochi segni un destino e di tracciare d’acchito una parabola esistenziale si confermano tratti elettivi della scrittura di Trevi». Massimo Raffaeli, Il Manifesto
«Questo libro l’ho letto, sono arrivata alla fine e l’ho ricominciato da capo. Difficile che mi succeda. Avessi tempo lo rileggerei di nuovo. Ora, subito». Luciana Littizzetto
Customer Reviews
Kernels of interest, but not Strega-worthy
I don’t understand how this book won Italy’s most prestigious prize. Obviously the memory of the author’s two deceased friends is very meaningful, but their lives don’t really come through to the readers. The author often asserts things about Pia and Rocco (Rocco was a tempestuous and fiery lover, say) that aren’t supported with any story telling. It’s the epitome of “show don’t tell”. Other times, he describes them in reference to existing books (Pia’s garden is like the garden in The Secret Garden) or cliches (like the ant vs. the grasshopper). There are also some odd turns of phrase, like when he talks about how Rocco became good friends with a woman, only to then mention as a sort of aside that the woman is in fact the narrator’s wife.
The most interesting part of the book, which boosts it to 2 stars instead of 1, is a few sections about how to write about real versus fictional characters, and the way that deceased people live on, or don’t, or morph, in the minds of those who knew them, and into posterity. The “Two Lives” in the title could refer to Pia and Rocco, or to each of them and the narrator, or to the two lives that each of them lives in reality and then in memory. There is a kernel of interest there, but sadly it never gets fleshed out beyond cliches.