La Grecia in Campania
Le origini della cazzimma
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Gli autori cercano di comprendere e raccontare, ciascuno con il proprio bagaglio culturale, le trame nascoste che intrecciano indissolubilmente il ragù, il rito del pranzo domenicale con parenti ed amici stretti, l’attaccamento spasmodico alla mamma, il modo umano e paritario di parlare con i santi, il tifo calcistico che rasenta ed oltrepassa la fede con usi, costumi e credenze dei Greci che abitarono la Campania nell’antichità. Gli antichi naviganti e mercanti greci affrontarono per mare numerose peripezie. Scamparono alle tempeste e ai naufragi, agli attacchi dei pirati, alle insidie del paesaggio che nei loro racconti si mutarono in veri e propri mostri, dai Ciclopi a Scilla e Cariddi e alle Sirene. Giunti in Campania, dopo essere scampati a tanti pericoli, non erano disposti a rinunciare a vivere in un vero paradiso terrestre indietreggiando di fronte a eventuali ostacoli posti dalle genti del luogo. Queste, dal loro canto, numerose e diverse tra loro per molti aspetti, avevano definito nettamente i propri confini territoriali e di azione, si erano date proprie regole sociali, avevano i loro capi e i loro dèi. Consapevoli gli uni e gli altri che ne avrebbero tratto vantaggio tutti, scelsero di dialogare, di trovare accordi per convivere nella stessa terra, per trarne ricchezza. Per farlo dovettero conquistarsi il rispetto reciproco, contro il rischio per gli uni e gli altri di soccombere.