Percezioni
Come il cervello costruisce il mondo
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Publisher Description
««Beau Lotto è lo scrittore ideale per un libro popolare sulle neuroscienze della percezione. Ha già dimostrato di essere un divulgatore della scienza estremamente coinvolgente e audace. Soprattutto, è un ben noto neuroscienziato che conosce bene ciò di cui parla. In questo libro vi convincerà del fatto che l’esperienza della visione è una cosa ben più misteriosa ed eccitante di quel che sembra».»
Christopher Frith, Professore di Neuroscienze, University College, Londra
««Beau Lotto è un narratore potente che unisce la scienza di laboratorio con le arti creative in maniera inaspettata, ricavandone intuizioni utilissime». »
«Wired» - David Rowan
Per secoli i filosofi hanno cercato di capire se ciò che vediamo corrisponde davvero a ciò che c’è «là fuori». Da Platone a Matrix, il dubbio ci ha sempre assalito: la «cosa in sé», l’esistenza oggettiva, indipendente dal nostro sguardo, è vera o è un’illusione?
Le neuroscienze hanno la risposta: è un’illusione, noi non vediamo la realtà. E hanno anche una spiegazione del perché: il nostro cervello non si è evoluto per guardare la realtà, ma per fare altro. Solo il 10% delle connessioni neurali riguarda la visione; il restante 90% è per lo più costituito da un’immensa e sofisticatissima rete interna, che lavora incessantemente per dare un senso all’informazione proveniente dall’esterno. E «dare un senso», in termini evolutivi, significa costruire un modello del mondo che consenta di sopravvivere e riprodursi al meglio. Tutte le migliori scelte di sopravvivenza fatte dai nostri antenati, dunque, sopravvivono in noi; le peggiori sono invece morte con loro senza lasciare discendenza.
Costruiamo attivamente un mondo che ci appare reale perché ci è utile. Si tratta di un mondo che naturalmente ha una relazione con la realtà, ma non è la realtà.
Usando le neuroscienze percettive, Beau Lotto ci offre un libro effervescente, che ha uno scopo preciso: mostrarci come la consapevolezza della differenza tra percezioni e realtà possa portare a sviluppare una nuova creatività, sul lavoro, in amore, ovunque.
Ma se il nostro cervello è una manifestazione della nostra storia evolutiva, come possiamo noi «uscirne», guardarlo «da fuori» per innovare il nostro futuro? Proprio di questo parla il libro: possiamo farlo «deviando», cambiando modo di vedere: guardando sé stessi guardare, percependo le nostre percezioni, conoscendole, diventandone consapevoli.
Percezioni è costruito – anche tipograficamente – allo scopo farvi pensare in modo nuovo e creativo. È un libro, ma è anche una specie di esperimento, di cui il lettore è l’oggetto. Mostra il sistema per cambiare noi stessi sfruttando la fallibilità delle nostre percezioni, e ci convince attraverso innumerevoli esempi spiazzanti che dubitare – di tutto, anche di ciò che «vediamo coi nostri occhi» – è sempre salutare e molto utile.