Spiagge di gin

Il cinismo, l’ossessione per l’estetica e la noia contraddistinguono le vite dei giovani personaggi di questa storia ambientata tra la Costa Azzurra e i Paesi Baschi.
Tommy, Giulia, Julien e Theo hanno qualcosa che li differenzia dagli altri: non hanno regole, non ostentano nulla perché non ne hanno bisogno e non devono rendere conto di niente a nessuno. Bellissimi, biondi e vestiti con abiti costosi ma mai pacchiani, sono esseri liberi e, in quanto liberi, sono soli.
Catapultati in una vita che non avrebbero mai pensato potesse loro appartenere, si ritrovano ad affrontare un mondo nuovo, autentico, semplice, contraddittorio, fatto di onde, di dune, di tramonti mozzafiato e di personaggi strani, complicati e folli. Tra surf, notti di sbronze e di stelle, amore queer e tanta droga, i ragazzi vivono i giorni d’estate sempre a piedi nudi e con la voglia di restare, ma allo stesso tempo di essere altrove. L’estate finisce e i protagonisti si trovano di fronte a una scelta importante: trovare un modo per diventare adulti senza invecchiare.
Un romanzo senza moralismi, privo di lunghe descrizioni, dai dialoghi diretti e immediati, dal linguaggio spesso crudo, a tratti cinico, a tratti tenero, che mette a confronto due stili di vita che non vanno rinnegati, ma vanno vissuti. Più che un romanzo, è un vero e proprio viaggio che non ha una fine, perché ti porta ovunque ci sia vita, verso una nuova emozione da scoprire, un’onda da cavalcare o una striscia di coca da sniffare.
La musica fa da padrona, segnando il cammino di quattro amici bellissimi alla ricerca del nulla. Una vacanza ti riporta dietro la tua scrivania dopo quindici giorni, con le nevrosi della quotidianità. Un viaggio ti cambia e molto probabilmente non torni, ma se lo fai non sarai più lo stesso.