Storia imprevedibile del mondo
Tutto ha una storia, anche quello che non ti aspetti, e tutte le storie sono collegate
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Publisher Description
Lo sapevi che la barba prima di diventare di moda era roba da tipi loschi? Una volta era sfoggiata solo da assassini e pirati, poi ai soldati inglesi della Guerra di Crimea fu permesso di farla crescere per proteggersi dal gelo della penisola russa; tornati in patria, la trasformarono in un simbolo di coraggio e virilità.Lo sapevi che in passato i guanti potevano esprimere sentimenti opposti? Gli uomini li usavano per schiaffeggiare gli avversari, come insulto o invito al duello, mentre le donne li lasciavano cadere per sedurre gli spasimanti; gli aristocratici ne scambiavano paia ricamate o decorate da gioielli come regali tra nobili, ma potevano anche usarli per avvelenare i rivali come nel Massacro di Parigi di Marlowe.Lo sapevi che le graffette sono state strumento prima di libertà e poi di oppressione? Durante l’occupazione nazista della Norvegia erano impiegate dai cittadini come simbolo di resistenza, mentre durante la Guerra fredda tenevano insieme i dossier della Stasi nella Germania Est.Lo sapevi che i buchi in età moderna servivano sia per scoprire sia per occultare? Attraverso buchi nei muri si smascheravano congiure e relazioni proibite; i «buchi per preti», invece, sono stati i nascondigli usati dai cattolici inglesi per salvarsi dalle persecuzioni religiose.Siamo abituati a considerare il passato come una sequenza lineare, precisa e magari un po’ noiosa di avvenimenti, date e personaggi; ma in realtà la storia è fatta di persone e animali, oggetti e gesti quotidiani legati tra loro in modi del tutto inattesi. Sam Willis e James Daybell intrecciano sapientemente questi fili e svelano la storia nascosta delle cose – le trame che collegano episodi comuni ed eventi memorabili, periodi e luoghi apparentemente molto lontani. Storia imprevedibile del mondo è un viaggio eclettico e affascinante alla scoperta di questo labirinto: perché non si può raggiungere alcuna meta se non ci si sa perdere almeno un po’.