Accabadora
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Descrizione dell’editore
Vincitore Premio Campiello 2010
"Acabar" in spagnolo significa finire. E in sardo Accabadora è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un'assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. Tzia Bonaria avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte.
Recensioni dei clienti
l'autrice legge il suo libro
Michela Murgia, sarda, legge la sua opera con l'adorabile accento della sua terra. Nei suoi libri tratta il tema femminile con intelligenza e merita un ascolto quale spunto di riflessione.
Da non perdere
Un racconto sussurrato nelle orecchie quasi come se si trattasse di un segreto intimo. Così silenzioso da essere rumorosissimo. E' un libro che amo perché mi parla anche dell'essere sardi. Ed io, per metà lo sono... Da parte di "babbo", per l'esattezza.
Kooka
Meraviglioso!
Complimenti alla scrittrice, nonchè lettrice! Un modo di scrivere, di esprimersi straordinario e fuori dal comune. Piacevole anche l'ascolto dell'accento sardo, che aiuta a moltissimo a calarsi nel romanzo.