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Potere, politica affari: storia segreta della magistratura

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Descrizione dell’editore

Ottobre 2020: per la prima volta nella storia della magistratura un ex membro del Csm viene radiato dall'ordine giudiziario. Chi è Luca Palamara? Una carriera brillante avviata con la presidenza dell'Associazione nazionale magistrati a trentanove anni. A quarantacinque viene eletto nel Consiglio superiore della magistratura e, alla guida della corrente di centro, Unità per la Costituzione, contribuisce a determinare le decisioni dell'organo di autogoverno dei giudici. A fine maggio 2019, accusato di rapporti indebiti con imprenditori e politici e di aver lavorato illecitamente per orientare incarichi e nomine, diventa l'emblema del malcostume giudiziario. Incalzato dalle domande di Alessandro Sallusti, in questo libro Palamara racconta cosa sia il "Sistema" che ha pesantemente influenzato la politica italiana. "Tutti quelli - colleghi magistrati, importanti leader politici e uomini delle istituzioni molti dei quali tuttora al loro posto - che hanno partecipato con me a tessere questa tela erano pienamente consapevoli di ciò che stava accadendo." Il "Sistema" è il potere della magistratura, che non può essere scalfito: tutti coloro che ci hanno provato vengono abbattuti a colpi di sentenze, o magari attraverso un abile cecchino che, alla vigilia di una nomina, fa uscire notizie o intercettazioni sulla vita privata o i legami pericolosi di un magistrato. È quello che succede anche a Palamara: nel momento del suo massimo trionfo (l'elezione dei suoi candidati alle due più alte cariche della Corte di Cassazione), comincia la sua caduta. "Io non voglio portarmi segreti nella tomba, lo devo ai tanti magistrati che con queste storie nulla c'entrano." I segreti sono tutti in questo

GENERE
Politica e attualità
PUBBLICATO
2021
26 gennaio
LINGUA
IT
Italiano
PAGINE
288
EDITORE
Rizzoli
DIMENSIONE
569,9
KB

Recensioni dei clienti

starsiss5 ,

Allucinante!

Se già avevo poca fiducia nella macchina della giustizia, visto che i magistrati si sono rivelati in più occasioni affatto imparziali , devo dire che , dopo questa lettura e alla luce delle attuali vicende, si è quasi completamente dissolta. Ho amato magistrati quali Falcone e Borsellino, perché hanno davvero incarnato quella che deve essere a mio avviso la figura del giudice, la ricerca della verità ad ogni costo, una sorta di missione. Ma questi giudici politici... che vergogna! E c’è chi parla ancora di garantismo ... o di stato di diritto

Vincenzino62 ,

Il mito della caverna

Qualsiasi prodotto dell’intelletto, in ogni settore dello scibile, per essere compreso e divulgato va costruito su un cardine concettuale, intorno al quale va a dipanarsi la narrazione e la comprensione. Il cardine sul quale ruota questo libro è il mantra di derivazione cinematografica: ho visto cose che voi umani non potreste immaginare! Gli umani siamo noi, i lettori nonchè fruitori del servizio giustizia. Lui, coautore - intervistato, si compiace con sussiego di aver osservato la luce mentre noi, gli umani, guardiamo le ombre che quella luce proietta sulla parete a cui siamo incatenati.
In questa immagine di antico conio si compendia l’essenza della magistratura, ossia di quella particolare categoria di donne ed uomini che la nostra costituzione, in violazione di un principio di eguaglianza sovente solo enunciato, continua a considerare magis, ossia di più!
Qualsiasi riforma della Giustizia per essere efficace e convincente, dovrà iniziare con il riparare questo vulnus semantico, oggettivamente indicativo di un concetto inattuale ed incostituzionale.
I giudici che fanno il loro lavoro con dignità ed umana partecipazione, che decidono in scienza e coscienza, che ripudiano un atteggiamento di superioritá e così rendono il servizio giustizia, per il quale sono pagati tutti i mesi, sono tanti, ma non sono tutti! Troppi sono quelli che credono che quel suffisso magis sia un loro effettivo appannaggio e fintanto che di questi ne resterá anche uno soltanto, la categoria intera sarà socialmente blasfema ed il confronto con loro non produrrà giustizia ma conflitto!
Peraltro: il libro è a dir poco interessante e la formula attraverso cui si dipana la narrazione è collaudata e praticata in maniera encomiabile: si confrontano in maniera costruita con molta efficacia due intelligenze decisamente notevoli! La sensazione è quella che suscita un libro scritto almeno a quattro mani, sotto apparenza d’intervista.
Il risultato resta eccellente.
Le rivelazione è tardiva e piuttosto scontata per chi osserva il fenomeno giustizia indossando l’altra toga, quella che non vive di stipendio e che con sempre maggiore fatica deve trovare la strada per far valere le ragioni dei propri clienti in un contesto dove il servizio giustizia è sempre più negletto
Vincenzo Calderoni

Crestadellonda ,

Forse meglio non sapere…

Così van le cose si diceva…

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