Io, Ibra
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Descrizione dell’editore
"Puoi togliere il ragazzo da Rosengård, ma mai Rosengård dal ragazzo." Così recita lo striscione appeso sul tunnel che Zlatan, da piccolo, percorreva con il cuore in gola per tornare a casa. Ed è vero. Perché è da quella periferia di Malmö che Zlatan è partito per costruire la sua leggenda, da un paio di scarpette comprate per cinquantanove corone in un supermercato. Ovunque è andato si è portato dentro il desiderio di una rivincita su chi lo guardava male perché non si metteva in fila con gli altri, sui genitori dei compagni che facevano raccolte di firme per cacciarlo dalle squadre, sugli allenatori sempre pronti a criticarlo. Quella voglia di essere più forte di tutti lo ha portato dal Malmö all'Ajax, per raccogliere l'eredità di un gigante come Van Basten; quindi alla Juventus, dove Capello lo riplasma tirandogli "fuori l'Ajax dal corpo a legnate"; poi all'Inter, dove convince Moratti che il primo problema è la divisione in gruppetti nello spogliatoio e porta tre scudetti consecutivi. A Barcellona resta un anno, giusto il tempo di urlare in faccia a Guardiola «Tu non hai le palle!» dopo l'ennesima esclusione, prima di rientrare in Italia, al Milan, con un nuovo colpo di teatro. La storia di Zlatan continua, e, come dice lui stesso, "è tutta una fiaba. Un viaggio dai sobborghi verso un sogno". Edizione digitale con tavola fotografica.
Recensioni dei clienti
Campione
La storia di un campione ...che giocatore zlatan ibrahimovic
....da oggi lo guardo in modo diverso!
Ho sempre pensato che fosse un grandissimo giocatore, ma, anche adesso che gioca nella "mia" squadra, ho sempre pensato che fosse antipatico, eccessivamente cag*****o. Dopo aver letto la sua storia, ammetto di rivalutarlo come uomo, per lo meno comprendo alcuni suoi atteggiamenti fuori dagli schemi. Libro comunque ben scritto e scorrevole, vale la pena leggerlo.
Eccellente e straordinariamente sincero
Scaricato ieri, l'ho letto con grande divertimento. Non fatevi confondere dalle anticipazioni giornalistiche, troppo interessate alle parti scabrose dell'ibra rissoso e maleducato (c'è anche quello, ovviamente), il libro è molto di più e il personaggio è enormemente più sfaccettato. Dolceamara la parte dedicata all'infanzia nel ghetto di Malmoe (sembra di essere in un film di Kusturica), imprevisto e tenero l'Ibra padre di famiglia, guascone e irriverente l'Ibra calciatore. Un "romanzo popolare" sportivo in cui anche i personaggi di contorno sono tratteggiati in modo clamorosamente efficace (uno per tutti: il potentissimo procuratore Mino Raiola è una via di mezzo fra il Padrino, Sancho Panza e il Chico di Zagor). Se avete letto e amato "Open" di Agassi, non fatevelo scappare.