La vegetariana
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3,7 • 130 valutazioni
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Descrizione dell’editore
«Ho fatto un sogno» dice Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e di boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie dapprima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti. È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio, per abbracciare infine l'ideale di un'estatica dissoluzione nell'indifferenza vegetale. La scrittura cristallina di Han Kang esplora la conturbante bellezza delle forme di rinuncia più estreme, accompagnando il lettore fra i crepacci che si aprono nell'ordinario quando si inceppa il principio di realtà – proprio come avviene nei sogni più pericolosi.
Recensioni dei clienti
Disturbante
Avevo letto recensioni e commenti illustri che lo definivano un libro sulla rinuncia. E senz’altro lo è, ma per rendere meglio l’idea ad un lettore che si approccia al libro direi che è più un libro sul disagio mentale. Scritto magistralmente, crudo, a tratti violento, esplora il tema della malattia dell’anima e del desiderio di una libertà estrema ad ogni costo. Anche a quello di lasciarsi “dissolvere” verso una metamorfosi, di fatto, impossibile.
Una lettura grave e straziante, ma che fa pensare…
La storia di Yeong-hye è una storia psicologica che penetra nell’animo umano rivelandone tutta la sua tragicità. “La vegetariana” non è la semplice storia di una donna che da un “sogno” fatto di “sangue” e di “boschi scuri” ha scelto di rinunciare alla carne, ma è la storia di un annullamento e di una negazione di identità.
Quella di Yeong-hye non si può ridurre a una semplice scelta, ma assume i connotati di una reazione contro la vita, contro gli stereotipi sociali, contro la mediocrità della vita matrimoniale, contro i violenti soprusi del patriarcato, contro la gabbia dell’esistenza. È una storia dove la donna reclama l’autonomia sul proprio corpo sino a prendere veramente coscienza di sé.
In poche pagine la Hang affronta grandi temi (identità, ribellione, malattia mentale, vegetarismo, norme sociali) e lo fa con una narrazione ricca di analessi e con una tecnica narrativa che gradualmente annulla la protagonista sotto lo sguardo del marito inetto ed egoista, del cognato artista e sognatore e della sorella che alla fine del libro sembra essere l’unica ad aver compreso il vero scopo del tentativo panistico di Yeong-hye.
Stupendo, emozionante
Semplicemente bellissimo.